“Inutile prendersela con l’insegnante se non ci ha portati in palestra, siamo stati noi che stupidamente abbiamo buttato 40 minuti sottraendoli ai suoi consigli”. Così conobbi Riccardo Buttà, che con tanto di cronometro in mano rimproverava i suoi compagni, difendendo con forza il sottoscritto. La molla scatenante “l’ira” di quell’alunno taciturno e attentissimo, seduto al terzo banco vicino la finestra, furono probabilmente, parole colte tra un richiamo e l’altro ad una classe molto particolare…
“Sono qui non per portare in palestra 30 ragazzi e ragazze ma una squadra seria, responsabile e rispettosa”… Il mio mantra didattico metodologico. La classe, molto numerosa, ragazze e ragazzi vivaci, brillanti, ricchi di competenze, ribelli sicuramente pensava di fare un sol boccone di quel professore di Educazione Fisica. Grazie a Riccardo ci fu uno switch incredibile. Ricordo ancora con enorme simpatia che, nei 10 minuti rimanenti, calò un silenzio tombale, 60 occhi, brillanti, bellissimi e curiosi mi inchiodarono alla sedia e alle mie responsabilità! In quei 10 minuti ponemmo insieme le basi per un progetto interessantissimo, che coinvolse poi altre classi, trasformando quegli ultimi preziosi minuti in oro puro. Furono tante le iniziative che riuscimmo a portare avanti, nonostante le due risicate ore a disposizione, impossibile solo elencarle tutte, lascio al pdf allegato il compito di rappresentarle. Il testo rivisitato da Riccardo della stupenda canzone di Lorenzo Jovanotti, veniva utilizzato in classe per creare amalgama e concentrazione in un originale collettivo training autogeno. Clicca qui per leggere il testo della canzone “PER VOI” di Riccardo
Oggi Riccardo continua brillantemente gli studi, ma è riuscito a sorprendermi ancora regalando a me, il suo mister, una straordinaria esperienza sportiva “Nell’estate del 2023 ho preso parte ai Giochi mondiali Special Olympics che si sono svolti a Berlino, rappresentando l’Italia in qualità di atleta partner nel doppio unificato di tennis tavolo con Daniel La Monica, vincendo la medaglia di bronzo. Vedere quanto lo sport può effettivamente aiutare ragazzi con disabilità intellettive, al punto da renderli talmente indipendenti da partire per affrontare una vera e propria olimpiade, dovrebbe far riflettere tutti. Ogni persona incontrata durante questa esperienza mi ha trasmesso qualcosa che mi ha fatto crescere, ma tutti avevano una caratteristica comune: il sorriso, sempre stampato in faccia, perché già essere là, in quel contesto, era una vittoria per tutti, anche perché in fondo, come dice il motto di Special Olympics, si può anche non vincere, ma l’importante è tentare con tutte le proprie forze.”
Cosa si può chiedere di più ad un alunno Maestro, grazie Riccardo, ci rivedremo presto con Daniel!