«Lo sport della primogenitura sulle opere pubbliche non ci appassiona particolarmente. Una strada, un ponte, un’infrastruttura essenziale per le nostre comunità è pensata e realizzata sola ed esclusivamente per il bene comune. Non bisogna ricercare ringraziamenti o riconoscimenti per un qualcosa che rientra nei compiti e nelle funzioni primarie di un amministratore pubblico. C’è da rimanere quantomeno perplessi, quindi, di fronte alle parole di chi attacca la Città Metropolitana rispetto alle attività poste in essere per completare, per esempio, la strada a scorrimento veloce Gallico-Gambarie, un’arteria attesa da anni, fondamentale per accorciare le distanze fra il mare e la montagna, strategica per creare sviluppo e crescita in quei territori, arrestandone lo spopolamento». E’ quanto afferma il vicesindaco metropolitano, Carmelo Versace, ripercorrendo le tappe che, da qui ai prossimi mesi, vedranno l’apertura dell’importante strada a scorrimento veloce.
«Semmai – ha aggiunto – il completamento dell’opera è frutto della sinergia istituzionale che ha visto la Città Metropolitana e la Regione remare verso la stessa direzione. Ricordo, andando a memoria, l’approvazione da parte del Consiglio metropolitano di un ulteriore finanziamento di 9,5 milioni che, uniti ai 65 milioni inizialmente previsti, hanno permesso una netta accelerazione al cantiere. In soli due anni, insomma, siamo riusciti a recuperare ritardi abissali, compresa la risoluzione di un contenzioso con la ditta che rischiava, seriamente, di compromettere ed aggravare i tempi di ultimazione dei lavori».
«Un cantiere – ha continuato Versace – che ha visto costantemente i nostri tecnici presenti, propositivi ed attivi nell’adoperarsi per la migliore riuscita possibile dei lavori, compresa la realizzazione di una variante che ha allungato la strada dal tornante di Schindilifà fino a Podargoni. Non riconoscere l’abnegazione del dirigente Lorenzo Benestare, dei funzionari e dei dipendenti del Settore Lavori pubblici di Palazzo Alvaro è, prima di tutto, un’ingiustizia verso la loro professionalità. Colgo qui l’occasione per tornare a ringraziarli pubblicamente».
Detto questo, Carmelo Versace ha ricordato l’attenzione del sindaco Giuseppe Falcomatà che «ha sempre considerato la Gallico Gambarie una priorità per la Città Metropolitana, un’opera strategica che rivoluzionerà, completamente, il concetto di mobilità sul versante tirrenico, nell’area dello Stretto e nell’intero comprensorio metropolitano». «Una strategia inclusiva», ha sottolineato il vicesindaco tornando sul coinvolgimento dei Comuni interessati dalla costruzione della “Ga-Ga”: «Ci siamo confrontati, a più riprese ed accanto al sindaco Falcomatà, con i sindaci e gli amministratori di Santo Stefano in Aspromonte, Laganadi, Calanna e Sant’Alessio per immaginare le opere compensative che potranno contribuire al miglioramento dei loro territori. Si è ragionato insieme, all’unisono, pensando solo al bene delle comunità. Per questo ribadisco l’importanza del concetto di “sinergia istituzionale” che è e resta la via da percorrere per creare un salto di qualità indispensabile del nostro comprensorio, a prescindere dalle casacche di partito o dagli interessi di singoli o delle realtà territoriali. Non serve guardare al proprio orticello se l’obiettivo è più grande e nobile ed investe, direttamente, la quotidianità ed il domani dei nostri concittadini».
«In questo fantastico ed impegnativo viaggio – ha proseguito il vicesindaco – abbiamo pensato davvero a tutto, finanche alla sostenibilità ambientale di un cantiere che riusa il materiale sbancato, senza costi di smaltimento e nel pieno rispetto della natura». «Ecco, se un merito va addebitato a qualcuno – ha concluso Carmelo Versace – quello è sicuramente per i cittadini che hanno aspettato, così a lungo, l’ultimazione di una via d’eccellenza verso la crescita, lo sviluppo e l’innalzamento dei livelli dei servizi. Noi stiamo con la gente, con gli abitanti, con i turisti che, da Gallico a Gambarie, troveranno una strada più comoda e sicura da attraversare. Le chiacchiere, dunque, non servono se siamo davvero concentrati a costruire il futuro».