Conferenza stampa di presentazione del prototipo di una “serra mobile” presso l’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo, realizzato grazie ad un progetto Erasum+; presenti: Francesco Coppolino assessore alla protezione civile e alle politiche giovanili del comune di Milazzo, Francesco Failla di A2A in rappresentanza di Sicildustria Messina. Hanno portato il loro saluto il sindaco della città metropolitana Federico Basile ed il sindaco di Milazzo Pippo Midili.
Parlare di crisi climatica vuol dire guardare all’impatto che essa crea sulla salute e sul benessere degli individui e quindi dell’intera comunità. Occuparsi di azioni e strategie che promuovano la resilienza nel contesto del cambiamneto climatico, diventa elemento di grande responsabilità. È fuor di dubbio che si è superato la soglia di guardia, con cambiamenti irreversibili del nostro ecosistema. Nonostante la riduzione delle emissioni, l’attuale ritmo di azione è troppo lento, è necessaria una rapida accelerazione.
Un ruolo significativo lo occupa la scuola che attraverso docenti e studenti, tiene alto il livello di attenzione promuovendo iniziative che puntino ad una transizione resiliente, coordinata, capace di adattarsi alle diverse circostanze e di individuare in anticipo i potenziali, puntando ad approvvigionarsi di materiali particolari da riutilizzare e riusare. In quest’ottica, l’Istituto d’istruzione di grande eccellenza l’Ettore Majorana di Milazzo, grazie ad un corpo docente di altissima competenza e professionalità, guidato da un dirigente instancabile e lungimirante Bruno Lorenzo Castrovinci, non finisce mai di stupire partecipando a progetti, che consentano ai propri studenti di mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti ed acquire ulteriori competenze.
L’ultimo appena concluso, un progetto dell’Agenzia Erasmus+ “Resilienza attiva contro il cambiamento climatico attraverso modello di serra mobile”, azione chiave 210. Riguarda la realizzazione, tenendo conto dei cambiamenti climatici di un prototipo modello di serra mobile che consente di cambiare il paradigma delle serre in quanto, crea una certa mobilità e modularità relativa alla coibentazione. Inoltre, fa aumentare la qualità ed impattare sulla produzione in termini qualitativi oltre ad abbassare gli effetti dell’inquinanento preservando l’ambiente. Insieme all’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana”, l’Università di Cripo referente il prof Christakis Damianou e la scuola agricola Croata Poljoprivredno šumarska škola Vinkovci; partner locali: Ecosmed, SmartME; UniME e MillaSensi. Il ruolo della scuola agricola Croata è stato quello di trasferire le competenze riferite alla coltivazione in serre, mentre l’Istituto Majorana, grazie alle sue competenze nel campo elettronico, fare interagire le informazioni mediate dal computer della serra, trasferendoli alla copertura modulare e gestire la centralina meteo. Dieci gli studenti del Majorana coinvolti nel progetto, sotto la supervisione dell’Università di Cipro. Fondamentale l’acquisizione di competenze professionali trasversali e la costituzione del profilo di operatore di serramobile, soggeto capace di costruire e gestire la serra mobile che potrà avere una importante prospettiva industriale.
Nel progetto sono state implementate le 3 R della circolarità: Riduzione drastica dell’energia usata; Riuso di motori pronti alla discasrica, di batteria non più utilizzabile nelle autovetture, e di teli; Riciclo attraverso l’utilizzo di bioplastiche da scarti agricoli. La struttura della serra è stata collocata su due blocchi di cemento scarti di costruzione, i supporti sono stati fatti con ferro riutilizzatato e riciclato presente in un vecchio progetto. I motori utilizzati in base alla necessità del telo, provengono da distributori automatici e da tergicristallo; l’energia erogata viene fornita da una da batteria di macchina non più funzionante per quello scopo ma, riutilizzata grazie alla circolarità della sua enorme carica elettrica. I due teli sono in tessuto termostabilizzato in viscosa e PLA come telo principale della serra mobile; feltrino composito termostabilizzato in Viscosa (fibra dalla composizione analoga al Cotone) e PLA (fibra termoplastica derivata dall’ amido di Mais). Biodegradabile al 100%. Concepito inizialmente come tessuto per la realizzazione di mascherine, può trovare diverse applicazioni nell’ agrogeotecnica, come pacciamatura macchinabile, e nel packaging come strato di finitura traspirante in contenitori biodegradabili e, bioplastiche per la costruzione di carter di protezione della serra. Il monitoraggio viene effettuato sia in modalità on line che in loco. La serra mobile è in grado di comparare previsioni di lungo-medio termine prese da siti metereologici su internet e poi variazioni indoor e outdoor di temperatura, umidità, velocità e direzione del vento e raggi UV. Il progetto ha avuto la durata di un anno, i risultati ottenuti, saranno inseriti nella piattaforma erasmus.
Il dirigente Bruno Lorenzo Castrovinci ha voluto precisare che: “a soli due anni dall’adesione al Movimento Avanguardie Educative di INDIRE, l’agenzia nazionale per la ricerca e l’innovazione didattica, il Majorana ha conquistato il prestigioso ruolo di scuola Polo Regionale. Questa posizione lo consacra come faro di speranza e innovazione per tutta la Sicilia, un riferimento luminoso per tutte le scuole che abbracciano la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione come missione istituzionale”. Proseguendo, Castrovinci ha affermato che “con lo sguardo rivolto sempre più verso le vette dell’alta innovazione tecnologica, il Majorana ha risposto con prontezza alle sfide della rivoluzione industriale 4.0. Oggi, i suoi visionari ingegneri si preparano a un nuovo balzo in avanti, pronti a offrire un servizio formativo che anticipa le richieste dell’Industria 6.0. In questa nuova era, l’integrazione armoniosa tra uomo e macchina sarà la chiave, con l’intelligenza artificiale che danzerà al centro della produzione industriale di domani”. Il dirigente Castrovinci ha concluso dichiarato che, “la sperimentazione per la realizzazione della serra mobile ha coinvolto tutto l’istituto, unendo le energie e i sogni di tutti. Ma sono stati in particolare gli ingegneri Gitto Stefano e Gulletta Antonino a plasmare questo progetto con la dedizione di artigiani dell’innovazione. Lavorando instancabilmente sia durante le lezioni curriculari che nelle attività extracurriculari, hanno guidato quasi tutte le fasi del progetto, trasformando visioni in realtà tangibili. In questa sinfonia di progresso, il Majorana non è solo una scuola; è un laboratorio di sogni, un luogo dove il futuro prende forma sotto le mani sapienti e le menti brillanti di coloro che osano immaginare un domani migliore”.