In una bellissima giornata con il sole ad accendere i colori del mare e della spiaggia, nella fase di calma sullo stretto, con le feluche tirate a secco, un pescespada decide che finalmente è arrivato il momento di prendersi una pausa dal vorticoso fuggire alle micidiali lance con le quali i pescatori dello stretto sono soliti cacciarlo. Approfittando della bellissima giornata decide di scambiare quattro chiacchiere con l’amico buddace e “IL NEMICO” pescatore, intento a tirare a lucido la propria feluca. Amici miei, esordisce il pescespada, secondo voi come mai i messinesi vengono identificati con il nome buddace? Eppure, ci sono io che tutte le mattine attraverso lo stretto a velocità impressionanti per giunta rischiando di rompermi la spada per evitare d’infilzarti nella tua flemmatica quotidianità. Anche il pescatore fa infiniti sacrifici per pescarmi e fa di tutto per scansarti perché le tue carni non sono gradite agli umani … i tre si guardano negli occhi e contemporaneamente dicono BOH! Questa metafora per presentarvi uno straordinario progetto sportivo didattico realizzato 20 anni fa da un pool di professionisti messinesi denominato “Tifo Sano in Sport Sano”. Questo progetto racconta di una squadra di pallacanestro femminile di serie A1 che dopo anni di battaglie sui parquet italiani, come il pescespada, senza vincere nulla ma portando sempre a casa la pelle, vinse lo scudetto a Napoli l’anno successivo al suo scioglimento causato da carenza di risorse economiche. Stessa squadra, stesso allenatore con l’aggiunta della capitana, messinese, dell’altra squadra locale. Al progetto Tifo Sano in Sport Sano, che potete approfondire grazie alla brochure e al filmato a corredo dell’articolo, è andata anche peggio. Ha dovuto aspettare venti anni per vincere un suo speciale “scudetto didattico” grazie all’evoluzione didattico metodologica sportiva e scolastica di questi ultimi anni e soprattutto all’Istituto Paritario Parificato “Madre Giulia Salzano” della città di Latina che ha deciso di adottare i contenuti di “Tifo Sano in Sport Sano”, nella sua già evoluta didattica inclusiva. Mi viene da pensare che l’etichetta buddace sia di comodo ad una società non in grado di esaltare il lavoro quotidiano dei suoi tanti pescatori e pescispada che quotidianamente danno l’anima per migliorare la società aiutando i buddaci a non restare schiacciati dall’ indifferenza! Tu che stai leggendo, a prescindere dal personaggio della metafora nel quale ti identifichi, grida insieme a me … SOLO FATTI NIENTE ETICHETTE! Vi lascio alla Brochure “Tifo sano in sport sano” e alla clip documento, per chi volesse approfondire.
MI AMO TROPPO PER STARE CON CHIUNQUE. SARA 31 marzo 2025 … per non dimenticare!