“Dal sangue versato al sangue donato”: AOU G. Martino e Università di Messina insieme alla Polizia di Stato per una giornata all’insegna della memoria e della solidarietà

Il centro trasfusionale dell’AOU G. Martino di Messina presente oggi al Palazzo di Giustizia di Messina in occasione dell’iniziativa “Dal Sangue Versato al Sangue Donato”, il progetto itinerante dell’Associazione della Polizia di Stato “Donatorinati” e dei Vigili del Fuoco per ricordare le donne e gli uomini caduti in servizio che hanno lasciato un segno indelebile nella storia.

 

Il personale medico e sanitario dell’UOC di Medicina Trasfusionale, diretta dalla Prof.ssa Eugenia Quartarone, ha accolto stamani i donatori a bordo di un‘autoemoteca messa a disposizione dall’Avis Comunale.

 

Una giornata impreziosita dalla cerimonia di svelamento della Teca della Quarto Savona 15, che custodisce i resti della Fiat Croma della scorta del giudice Giovanni Falcone. La Teca è simbolo della lotta alle mafie e del sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei poliziotti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Presente all’evento la moglie di Antonio Montinaro, Tina Montinaro.

 

Dopo la scopertura è stato organizzato un evento importante di condivisione e sensibilizzazione, nell’aula magna del Rettorato, rivolto agli studenti di alcune scuole cittadine. Dopo i saluti istituzionali delle autorità presenti, gli interventi del comandante della Polizia Stradale di Messina Antonio Capodicasa, di Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del Giudice Giovanni Falcone, e del presidente nazionale dell’Associazione “Donatarinati” Claudio Saltari.

 

Un’occasione straordinaria per richiamare l’attenzione da una parte sulla violenza stradale e sull’incidenza di morti sulle strade che tale fenomeno determina, specie tra i giovanissimi; dall’altra sull’importanza di ricordare un sacrificio dei tanti uomini dello stato uccisi per mano della criminalità organizzata. Un sacrificio che oggi può essere onorato solo con l’impegno e la dedizione, con la consapevolezza e la cultura.

 

Sono alcuni dei messaggi lanciati da Tina Montinaro che più volte nel suo discorso ha sottolineato quanto continui ad essere orgogliosa del marito. “A 24 anni Antonio si fa aggregare a Palermo perché comprende che quelli sono anni in cui sta succedendo qualcosa e decide di scortare proprio l’uomo che in quel momento in Italia era più a rischio. Rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala richiama la necessità di imparare a camminare a testa alta, ricordando il passato e gli uomini che non ci sono più, ma che con le loro azioni e il loro esempio hanno gettato le basi per un futuro diverso, per un cambiamento. La memoria – ribadisce – deve appartenere a tutti voi. La dedizione dei servitori dello stato deve costituire un monito costante all’impegno, al rispetto delle regole; un impegno che è anche impegno sociale; ecco perché un gesto come la donazione di sangue non può passare inosservato, perché salva altre vite. La Quarto Savona Quindici non si è mai fermata – sottolinea ancora Tina Montinaro – ha continuato a fare chilometri e continuerà a farli grazie a voi giovani che potete essere la vera scorta di questa nostra Italia”.

 

“L’Università – ha detto la Rettrice, la Prof.ssa Giovanna Spatari – è impegnata nelle attività di sensibilizzazione per promuovere la cultura della donazione del sangue e della donazione in generale. Giornate preziose e toccanti come quella odierna ci ricordano anche il ruolo di responsabilità che come Istituzione abbiamo proprio nell’orientare la formazione non solo su un piano nozionistico, ma soprattutto sul piano valoriale, quei valori che fanno la differenza nel proprio cammino, sia professionale che di vita”.

 

“Quella di oggi – afferma il Direttore Generale dell’AOU G. Martino di Messina Dott. Giorgio Giulio Santonocito – è una giornata carica di significato anche perché la strage di Capaci è impressa in modo indelebile nella nostra memoria di siciliani. Nel 1992 molti di noi, studenti siciliani fuori sede in atenei del Nord, abbiamo sentito la necessità di rientrare perché avevamo la volontà, ciascuno nel proprio piccolo, di contribuire a un cambiamento. Non si può restare indifferenti. Non è indifferente essere qui e non è indifferente un gesto semplice come la donazione di sangue e siamo lieti oggi di essere presenti per testimoniarlo”.

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